Struuuradimissionc anniversari nazionali cd cvcmi sportivi nazionali e internazionali
Giacomo Matteotti nacque a Fratta Polesine il 22 maggio 1885. Compi gli studi giuridici a Bologna, laureandosi nel 1907 con una tesi su 1 principi generali de la recidiva, stampata in volume nel 1910. Il suo esordio nella vita politica è di questi anni. Viene eletto Sindàco di Villan1arzana, poi in altre An1ministrazioni con1unali del Polesine, quindi nel Consiglio dell'Amministrazione Provinciale di Rovigo. Di fronte alla auerra il suo atteggiamento è di rigidissima opposizione: tale atteggiamento esprime in un articolo nella Critica sociale del 1915 in D'l· lemica con Turati, e in 'un discorso pronunciato al Consiglio Provinciale di Rovigo. Denunciato per disfattismo, subisce una condanna cancellata in see:uito dalla Corte di Cassazione. Chianrnto alle armi e arrm:>lato come soldato semplice, deve subire per !re anni,_persecuzioni, angherie e infine l 1nternamento. · Terminata la guerra, viene eletto deputato per il Polesine. È anche chiaBiblioteca Gino Bianco n1ato a far parte del Comitato Direttivo della Lega dei Comuni Socialisti. La sua concezione' umanitaristica del socialismo a'tuantesi per gradi e il suo teinperamento attivistico ne determinano la profonda avversione alla cc barbarie >> fascista. Difese il uo Polesine socialista in discorsi e in scritti, prodigandosi instancabilmente a soccorrere le organizzazioni e i compagni più colpiti, e sfidando teinerariamente le minaccie e gli assalti dei fascisti. La sua opera come Segretario del Partito Socialista Unitario Italiano fu improntata a questa fondamentale necessità della lotta contro il fascismo, che egli pose seinpre in primo piano. Di qui le rampogne al rifonnisn10 nullista e al conf orn1isn10 di molti dei suoi con1pagn1. Alla fine del 1923 Matteotti pubblica Un anno di dominazione fascista. documentata denuncia dell'azione del fascisino al potere. Qualche n1ese più tardi inizia la pubblicazione di una serie di articoli sul fasci sino del 19191920, criticandone aspramente la bassa demagogia. Dopo le elezioni dell'aprile 1924, ovoltesi in una atmosfera di terrore e di intimidazioni, Matteotti pronuncia alla Camera il fainoso discorso l'ultimo, del 30 inag 0 io 1924' chiedendo I' annullan1e~to dell; elezioni, e sviluppa. nell' apnello del 10 giugno, la prooria oolemica antifascista, sostenendo la necessità della lotta aperta con tro il fascismo. Nel pomeriggio dello stesso 10 gi1;1gno 1924: nei pressi della propria ca~a, viene aggredito, ranito e assassinato per mandato di Mussolini.
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GIACOMO MATTEOTTI contro il fa~cismo. Antologia a cura di Anna Pagliuca Prefazione di Pietro ·Nenni , Milano - Roina Edizioni Avanti ! • 1954 blioteca Gino Bianco
Stampato dalla Società Editrice « Cremona Nuova », Cremona Edizioni Avanti!, puizza Cavour 2, Milano - Biblioteca Gino Bianco I j
.., • Prefazione Le Edizioni Avanti!, pubblicando alcuni scritti e discors'l, di Giacomo Matteotti contrà il fascismo, non potevano meglio onorarne la memoria nel trentesimo anniversario dell'assassinio di Stato di cui fu vittima. Giacomo Matteotti non fu la prima e la sola vittima del fascismo, né Bruno Buozzi, esattamente vent'anni dopo, .fu l'ultima. Il fatto c_heil ventennio fascista stia tra il colpo di pugnale che troncò la vita di Matteotti e la revolverata alla nuca che., sulla sog.lia della liberazione, stroncò l'esistenza di Buozzi, ha un suo intrinseco valore, in quanto denuncia il fascismo come barbarie antirdemocratica ed antisocialista. E questo, in effetti, fu uno degli aspetti del fascismo, anche se non fu il solo. In questo senso il lettore del presente volume dovrà tener conto del significato piu complesso che il fascismo assume nelle lotte e negli stadi successivi all'assassinio di Matteotti, come nuova forma di lotta della classe dominante. 1Giacomo Mat'teotti individuò chiaramente l'aspetto del fascismo agrario. Egli lo vide e lo accusò come lo visse, cioè quale violenza agraria, con la quale fu alle prese nel _ suo rosso- Polesine. La collusione dello ,Stato liberale, la sua capitolazione di fronte alle camicie nere, sorprese Mat'teotti e lo trovò - ed in genere. trovò la destra socialista facente capo a Turati - impreparato a intenderne la logica di classe. Come tutti i socialdemocratici, Matteotti credeva nella funzione superclassista dello Stato liberale, che r'ende giustizia a tutti e garantisce a tutti la libertà, mentre la storia - che è storia iblioteca Gino Bianco
delle lot'te di classe - aveva già dimostrato ( in Francia con Napoleone il Piccolo) come lo Stato costituzionale e liberale sia anch'esso Stato di classe che, abbandonato alle sue forze militari e alla sua burocrazia, senza l'azione ed il presidio di forze democratiche conseguenti ( e conseguenti sono soltanto _le forze popolari), .è improprio alla difesa della libertà, non appena, come diceva Marx, la libertà serve alla lotta dei lavoratori per abbattere il potere di classe della borghesia. La fiducia nello Stato liberale e nella monarchia costituzionale fini per diventare nel 1924-25 un elemento di debolezza dell'antifascismo, specie nella lotta che segui l'asgassinio di Matteotti, nella quale emerse la sfiducia riformista nella classe operaia che diviene nei liberali paura della classe operaia. L'equiparazione tra fascjsmo e comunismo, accennata da Matteotti e divenuta piu tardi argomento comune dei riformisti, nasce dalla medesima difficoltà, ad intendere il contenuto . di classe delle azioni umane, dei gruppi sociali, .. dello Stato, e va respinta, giacché con l'identità del fine manca l'identità del contenuto, per cui anche l'eventuale riçorso ad un medesimo mezzo, per esempio la violenza, acquista un significato non soltanto. diverso, ma antitetico. Il lettore sarà sorpreso di leggere nel discorso pronunciato da Matteotti alla Camera dei Deputati il 31 gennaio 1921, una condanna concitata della rappresaglia proletaria alla violenza fascista che si abbatteva sulle or.ganizzazioni polesane. Ma non era viltà, come non fu viltà l'elogio <!,ella viltà fatta da Turati. Era anzi il contrario della viltà, come Matteotti dimostrò col suo olocausto. Era rfiducia negli istituti liberali al di là di ciò che essi potevano dare e consentire, era oblio del loro carat'tere di classe; un oblio non meno pericoloso della generalizzazione massimalistica che, in quel tornò di tempo, portavcc a stabilire una identità borghese di tutto e di tutti, 'ai quali la polemica comunista, nelle sue VI BibliotecaGino Bìanco
piu ingenue manifestazioni, aggiungeva Turati, tutti mettendoli nello stesso sacco. Era un voler escludere unilateralmente la violenza dalla storia e quindi dalla vita, quando la società borghese è tutta una violenza, sottintesa o aperta, e quando agrari ed industriali facevano ricorso alla violenza nella sua forma piu barbara. ,C'era un idealismo dei riformisti che li portava a considerare la evoluzione in t'ermini sovente astratti e che faceva loro 'respingere, come uno spurio machiavellismo, il pensiero rigorosamente marxista, che le cose del mondo succedono come possono succedere e che la scelta dei mezzi non dipende soltanto dall'una delle partiJ, la piu civile. Nella scelta dei mezzi, Matteotti andò fino al sacrificio con la lucida coscienza di chi crede alla virtu e alla necessità dell'esempio. Fu suo onore,. come del suo maestro Turati, porsi contro il fascismo con uno spirito di negazione totale e di intransigenza assoluta, il quale però nasceva da una disperazione, inconciliabile col compito di organiazare l'azione delle masse. Si leg,ge in una lettera di Turati a Baldesi: « Noi non abbiamo nulla da salvare, nulla da guadagnare e nulla piu da temere. L'oggi ed il domani immediato non ci possono dar nulla; non possiamo contare che sul posdomani. E per riservarci la vita nel posdomani dobbiamo distinguerci dalla codardi<J:minuscola. Il cosf, detto onore non è altro che questo: la preoccupazione di un domani piu lontano ».1 Matteotti ebbe, ad un grado ancora piu alto di Turati, il fastidio, anzi il disdegno· della « codardia minuscola». Trovatosi, dopo la scissione dell'ottobre 1922, alla testa di un partito senza piu comunicazione con lo spilrito delle masse, e1gli soffri della tattica imperante e del I(< fare il morto ».2 1 Filippo Turati attraverso le lettere di corrispondenti (1880-1925), a cura di .Alessandro Schiavi. Bari, Laterza, 1947, ,p. 249. 2 Ibidem, p. 268. VII iblioteca Gino Bianco
Le sue ultime lettere a Turati, di poco precedenti la morte, sono un grido e una fiamma di indignazione. « Erano tutti leoni nel buon tem;po antico; ora sono tutti presi dalla gotta». « E' inutile proclamarsi legalitari ifìnché ci continuano a rompere la testa». « V-ogliono il nulla perché sono nulla. I o non intendo piu oltre assistere a simile. mortorio. Cerco la vita. Voglio la lotta contro il fascismo. Per vincerla bisogna inacerbirla. ,Ci vuole gente di volon_tà e non degli scettici ».1 In questo atteggiamento che egli espresse anche in altre forme e in altre occasioni e che, nell'ultimo appello, che viene riportato alla fine del presente volume, lo porta a individuare, dopo le elezioni del '24, una linea piu giusta nella lotta contro il fascismo, Matteotti si pone al di là di una corrente per rappresentare il simbolo del 1novimento operaio nella lotta contro il fascismo. E' poco probabile che, mentre si abbatteva sotto il colpo di pugnale di un sicario, Matteotti, antiretorico per eccellenza, abbia pronunciato le ']farole che incorniciano i suoi ritratti di Martire: « Voi uccidete me, ma non l'Idea che è in me ». E' invece certo che E,gli vide nel suo sacrificio un incentivo alla lotta. , E cosi fu nella realtà delle cose, anche se la riscossa ritardò di . venti anni. Il sacrificio ·di Matteotti insegna che la lotta ,è tutto e che bisogna affrontarla ed organizzarla a tempo come azione di massa, prima di essere ridotti individualmente con le spalle al muro, quando l'onore non può piu essere che olocausto e martirio; una rutilante semente per la riscossa di domani. 10 giugno 1954 PIETRO NENNI . 1 Ibidem, pp. 268-272. VIII Biblioteca Gino Bianco
Difendiamo la civiltà contro la barbarie * Presidente. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di due mozioni. La prima è degli onor_evoli: Vacirca, Matteotti, ,Lollirii, Beghi, Brunelli, Merloni, ,Donati Pio, Marangoni, ·Buozzi, IDugoni, Bacci, Niccolai, D'Aragona, Bocconi, Baldini, Albertelli, Momigliano, Piemonte, Serrati, Ventavoli, Treves, Majolo, Rossi ,F., Mauri, De Michelis .Paolo, 'Turati, .Modigliani, Clccotti, lMarangoi.ii e \Lazzari: « ·La C'amera constatando che gli ultimi episod~ di violenza organizzati in varie rE:gioni d'Italia conducono inevitabilmente il iPaese alla guerra clvile, rilevando ohe il l(;;-overno e le autorità locali assistono impassibili alle min:accie alle violenze agli incendi da parte di bande a,rmate e pubblicamente organizzate a tal scopo, e le proteggono an_che con l'impedire la difesa legittima delle persone, delle Amministrazioni e delle organizzazioni colpite, condanna la politi.ca del 1Governo ». ,L'onorevole Matteotti, in luogo dell'onorevole Va.circa, ha facoltà di svolgerla 1 . . * Dal discorso _pronunciato alla Camera dei Dep_utati il 31 gennaio 1921. Estratto da Atti pa-rlam(3nta,ri. Camera dei Deputati. Legislatura XXV. Sessfone 1919-21. Disci'tssioni. Tornata del 31 gennaio 1921, pp. 7164-7166, 7167, 7168~7172, 7173-7175. 1 La mozione Pra ftata presentata il 27 gennaio 1921 dal Grup-po Parlamentare Socialista. Contemporaneamente, dai banchi della destra si era protestato contro il Governo, accusato di non avere preso l'iniziativa di una politica energica.mente repressiva nei confronti del movimento operaio, al q_uale si nttribuiva la responsabilità dei disordini e delle violenze. Una mo~1one in tal senso e.ra stata presentata per la destra dal fascista onorevole S'arrocchi. Dal fatto che l'attacco gli veniva mosso dalle due ali avverse dello ,"\chiera'.nent~ parlamentare, G10litti aveva tratto spunto per 1 iblioteca Gino Bianco
Matteotti. Se il ·Gruppo Parlamentare Socialista ha indicato me per lo svolgimento della sua mozione, non può essere a caso. !Non sono abituato ai grandi discorsi politici, bensi ai ··discorsi tecnici; quindi il ,Gruppo, indicandomi, volle che ,fosse esposto, con la precisione di una cifra, con l::1 schematicità di un sillogismo, il nostro pensiero, per trarne da una parte e dall'altra il chiarimento della situazione e la norma della propria condotta. 1 Nella nostra. mozione nulla vi è di tutto ciò che è stato detto e che ci è stato attribuito dalla stampa. Noi non ci lagniamo della violenza fascista. S\iamo un partito che non si restringe dentro una semplice competizione politica, che non aspira a successione di Ministeri, che vuole invece arrivare ad una grandiosa trasformazione sociale; e quindi prevede necessariamente le violenze, sa che, ledendo un'infinità d'interessi, ne avrà· delle reazioni piu o meno violente; e non se ne duole [...] Non ci dorremo dei delitti, né li racconteremo, né andremo ~d investigare come si formano le schiere fasciste [...] Tutto questo non ha che una importanza assai accessoria. IE, se anche, qualche volta, dovremo accennarvi, sarà ·solamente per arrivare con maggior precisione alle nostre conclusioni. È stato detto, in ,fine,· dall'onorevole ,Giolitti, che noi qui parleremo in -contrapposizione alla mozione presentata dalla destra parlamentare, perché ciascun partito vuole il Governo al proprio servizio. 1 L'onorevole ,Giolitti _s'inganna completamente. 1Noi non abbiamo da invocare Governo alcuno a servizio nostro, non abbiamo nulla da chiedere, né al Governo né a nessuno. Qui non si tratta di quelle abilità, di quelle schermaglie parlamentari, nelle quali l'onorevole Giocercare di dimostra:...-e l'imparzialità della sua politica interna che avrebbe mantenuto, a ~uo dire, una posizione di equidistanza tra le forze in lotta nel Paese. . . 2 BibliotecaGino Bianco
litti è certamente maestro. 1Sitratta semplicemente di chiarire la reciproca posizione in cui, da una parte egli, come rappresentante del Governo, e dall'altra i rappresentanti delle classi dirigenti si trovano, e in cui noi, in seguito alle vostre dichiarazioni, ci verremo a trovare, quando andremo a portare ai nostri compaigni, al Paese, l'impressione del risultato di questa discussione. Ma vediamo anzitutto e rapidamente la situazione di di fatto. Sarebbe impossibite riassumerla in una sintesi, perché essa si sfalda in una quantità di episodi secondari, accessori e diversi; ed ogni episodio a sua volta è snaturato, deformato nel racconto. 1Si può dire che in questo momento di subbuglio, di violenza, nulla subisca maggiore violenza quanto la verità, quanto f esposizione veritiera dei fatti. JSiembra quasi che la stampa .italiana si diletti a questo terribile giuoco di bambini, che l'uno all'altrò ri~proverano di essere stato il primo, di avere provocato per primo; e le violenze frattanto continuano. Quando, una ventina di giorni fa, un fascista, di notte, a Rovigo, ferisce tre socialisti perfettamente inermi, come risulta dai rapporti delle autorità, e ferisce gravemente an- . che uno dei suoi stessi compe;lgni, i giornali come raccontano l'episodio? C'osi: << Conflitto tra fascisti, e socialisti a Rovigo». << !Furono sparati. [da chi? non si sa!] delle revolve-• rate; rimasero feriti tre socialisti ed un fascista». E: il lettore serba cosi impressioni perfettamente false della situazione di fatto. Quando domeriica scorsa a Ferrara, le incursioni in camions dei fascisti armati nella campagna, dànno questo bilancio preciso deila giornata: quattro leghisti feriti di cul due gravemente, due locali di ,Leghe distrutti ed incendiati, venti socialisti arrestati, nessun _fascista ferito, nessun fascista arrestato, i giornali intitolano la faccenda cosi: I(( Nuovi agguati e nuove violenze dei sociiilisti ferraresi nelle campagne». È cosi ohe si racconta la verità! 3 iblioteca Gino Bianco
Quando nella notte a :Ferrara (come risulta, anche questo, dali resoconti delle autorità e non dalla ve:r:-sione socialista) un ,gruppo di fornai, che abbandonato il lavoro percorreva canterellando una strada, è improvvisamente colpito da una scarica di revolverate, una delle quali ferisce un fornaio, Il Giornale d'Italia del 20 ,gennaio racconta il fatto cosi: « Un gruppo di fascisti è stato aggredito nella piazza comunale nella notte; furono [sempre indeterminato: chi è stato? non si sa!] furono sparati dei colpi di rivoltella uno dei quali feri un passante ». E chi ha avuto, ha avuto. Ma quando per contro avviene, e dolorosamente avviene, che un fascista o piu fascisti rimangono feriti e uccisi, allora la stampa muta completamente il tono. ,AJlora sono i grandi caratteri; allora, mentre ancora l'autorità non_ sa nulla e sta investigando, a due ore di distanza si sa già che sono stati i socialisti a compitre l'eccidio! 1Si sa che è stato un con1plotto socialista, organizzato dalla C'amera del Lavoro! .Sti sa già che rèsponsabili sono quindi i capi socialisti, e in conseguenza, immediatamente, dopo poche ore, si dà l'assalto alla Camera del Lavoro, si aggrediscono le rappresentanze del Partito socialista, assessori; deputati, ecc.; allora la cam· pa,gna giornalistica trascina per un mese un cadavere sulle· sue colonne, facendone una speculazione illecita e immonda. Ma non mi voglio, attardare sui fatti e sugli episodi: ognuno dei quali può essere a nostra posta, _dalle nostre passioni di parte, contorto o deformato, diversamente da quella che è. la verità. Io voglio/- essere piu conservatore di quel che non si.ano oggi i rappresentanti delle altre parti, voglio aspettare i risultati delle inchieste delle autorità. lPi(i ancora: ammetto· senz'altro che .in ogni partito, che in ogni massa, ·da ogni parte vi possano_ essere dei delinquenti, dei male intenzionati, dei violenti. ·Ma la questione sta piu in là di questi episodi, sta piu in là q.i questa ammissione. Il fatto nella ~ua precisione è questo: oggi in Italia esiste una organizzazione pubblicamente riconosciuta e nota nei 4 Bib11otecaGino Bianco
suoi aderenti, nei suoi capi, nella sua composizione, nelle sue sedi, di bande armate, le quali dichiarano (hanno questo coraggio che io volentieri riconosco) dichiarano apertamente che si prefiggono atti di violenza, atti di rappresaglia, minacce, violenze, incendi, e li eseguono, non appena avvenga o si pretesti che avvenga alcun fatto commesso dai lavoratori a danno dei padroni o della classe borghese. È una perfetta organizzazione della giusti-zia privata; ciò è incontrovertibile. iSe sui singoli fatti, quelli che ho esposto e quelli che non ho esposti, quelli che la Camera conosce e quelli che non conosce, si può dubitare, questa esistenza di una organizzazione di bande armate, con simili precisi scopi dentro lo Btato italiano, è un fatto, sul quale nessuno può opporre contestazioni. Documenti ne sono i loro stessi giornali che si intitolano come una· volta si• intitolavano i ,giornaletti anarchici: La fiamma, L'assalto, Il pugnale e cosi via, che portano articoli intitolati: La parola è alle rivoltelle, che dicono: << :Noi arriveremo anche alla guerra civile» [...] Certo è dunque che nelle violenze fasciste non è da vedersi una pura e semplice ritorsione o risposta a singole e occasionali violenze proletarie. Con~ro le violenze proletarie la classe borghese possiede una quantità di strumenti che sono stati spesso usati, e che sono ancora in uso: possiede leggi, carabinieri, carceri, manette, e, quando è stato il caso, li ha adoperati! ,Sono stati distribuiti anni di galera ai nostri, ai proletari, in molti casi, per violenze. usate, e quando sulle piazze d'Italia la forza armata ha steso per terra dei proletari, nessuno di quella parte, ha protestato. •La sensibilità capitalista si è svegliata solamente qua.ndo, nell''ultimo tempo, anche sangue borghese è stato sparso. La verità è che la violenza e l'illegalità in cui si pone quella organizzazione armata, corrisponde, in questo moménto, ad 5 iblioteca G'no Bianco
un supposto interesse della classe capitalistica. Il problema è tutto qui, onorevoli colleghi! [...] Ma a n1e pren1e dimostrare, soprattutto, che la violenza esercitata dal fascismo è una reaz.ione, un mezzo, di cui la vostra classe vuol farsi arma per provvedere al proprio interesse. Il fascismo, onorevole ;Siarrocchi 1 , per lei che corre dietro alle date 2 ,· è antecedente ai fatti dei Municipi di ,Milano e di ,Ferrara. Esso è una reazione non tanto contro gli atti di violenza deplorati, quanto contro le conquiste economiche del proletariato. ;Non sono -io che lo dico. È il solito Giornale d'Italia che si associa all'Avvenire d'Italia per rilevare che « dal vecchio tronco agrario, cioè da un interesse economico, spunta un I).UOVO virgulto, il fascismo». !Le ragioni del fascismo, dicono i vostri giornali, son.o da ricercarsi nella dittatura che il proletariato, dei campi specialmente, esercitava in quelle regioni. 1Qra intendiamoci bene in che cosa consisteva quella . famosa dittatura. Una voce. Legga la relazione d'inchiesta! Matteotti. 1Non ancora ho potuto leggerla, ma leggo sop:rattutto i vostri giornali che mi valgono piu di tutte le rela)z.ioni, e poiché vivo in quei paesi, e ho le vostre testi .. n1onianze, non posso sbagliare. (Interruzioni, commenti al· centro). 1 La dittatura: del proletariato nelle campagne nostre consiste essenzialmente in questo fatto. I contadini col patto del 1911, e anche piu coll'ultimo patto del 1920, avevano rag1 Gino Sarrocchi, deputato di Montepulciano e Siena, già liberale, legato- ai gruppi a.&rari, fascista dal 1919, attivo in Parlamento nella lotta contro i Eocia1isti. . 2 Nella e.eduta del 27 gennaio in sede dì presentazione della mozione della. destra, l'onorevole Sarrocch1 rispondeva alle interruzioni della sini- ~tr~ p_ro_mettendo di « dare ragione <;{elperiodo di tempo cui si riferivano 1 singoli paragi-afi della [sua 1 moz10ne ». 6 BibliotecaGino Bianco
giunto queste due conquiste fondamentali: primq, riconoscimento delle loro organizzazioni, e riconoscimento delle Leghe di mestiere, con obbligo dei ·padroni di rivolgersi, non ai singoli individui, ma ·ane •Leghe di mestiere per avere dei lavoratori; secondo, imponibilità di mano d'opera, cioè: poiché i proprietari nella stagione invernale lasciavano volentieri a casa tutti i contadini, e la disoccupazione batteva alle porte, e le agitazioni diventavano pericolose, cosi si stabili un contingente- fisso di mano d'opera ohe ciascuna unità colturale doveva impiegare; e i contadini si adattarono a che il poco lavoro inv·ernale non fosse dato a vantaggio di un.a sola famiglia, mentre le altre dovevano morire di fame o emigrare, ma scambiato a turno fra le diverse famiglie dei lavoratori. Cosi si era arrivati .a una ma,ggiore giustizia, a una maggiore civiltà, distribu~ndo il poco lavoro fra la mano d'opera agricola. Ma questo l'agraria piu non vuole; e, qopo aver .firmato i patti, vuole infrangerli, perché non vuol sostenere il peso della mano d'opera agricola obbligatoria. Possono benissimo essere avvenuti degli abusi, ma ciò non dovrebbe avere importanza per negare l'essenza di quelle due conquiste civili. Gli abusi sono avvenuti per un fatto molto semplice: che si tratta di strumenti di civiltà perfezionata ai quali non è ancora ·perfettamente adatta una categoria di lavoratori, ancora purtroppo incoltq e da poco venuta al socialismo. attraverso gli orrori della guerra. 1st è anche detto che con quegli istituti diminuiva la produzione. Affatto; la produzione non è diminuita per questi istituti, sibbene per quei fatti .generali economicf e psicologici che non sono specifici delle nostre campagne., ma anche di tutte le industrie e di tutti i Paesi dove si è avuta una diminuzione di produzione. :A.rnmetto dunque tutti gli abusi e tutti gli inconvenienti; ma, in una società civile, si cerca di eliminarli con i migliori· mezzi, e con l'educazione proletaria. L'agraria, no! L'agraria 7 iblioteca Gino Bianco ..
organizza la violenza, la piu sfacciata violenza perché essa è costituita dalla piu arretrata parte della borghesia, quella che, per salvare la sua borsa, sarebbe anohe contenta di lasciar perire lo !Stato, perché nulla le importa all'infuori di quello che è il suo protfitto, e il suo_ guadagno immediato. (Commenti, rumori al centro e a destra).. Gli stessi boicottaggi, le stesse multe (delle quali specialmente si è fatto in questi giorni un can can, riprodu- ., cendo delle lettere sui giornali che credono di troncare la questione) non vogliono dir nulla. Per i nostri patti agricoli un padrone ha l'obbligo di impiegare tanti contadini. Spesso contravviene e li respinge; allora la Lega giustamente don1anda che sia pagato ugualmente, sotto forma di multa, ciò che il padrone non ha pagato ai contadini per il loro lavoro. È logico; iè l'esecuzione di un contratto. (Interruzioni, rumori). tLa multa è la conseguenza della mancata esecuzione di un contratto privato stabilito tra le due parti con l'assistenza dei lPrefetti. E voi, origanizzatori dell'ordine, voi costituzionali, vi rHìutate di pagare e per non pagare or,ganiizzate la violenza privata dentro lo Stato! iE i boicottaggi? Anche questi possono essere stati qual- .che volta male usati, ma non sempre; non si fraintenda. Un padrone non osserva i patti, non impiega il numero dovuto di contadini. Che cosa delibera allora la Lega? !Non vi darò piu mano d'opera! Quest'è, di solito, il boicottaggio, giusto· ed entro l'orbita della legge. ( Interruzioni, rumori, cornmer:iti). · On.orevoli colleghi, vent'anni ·fa il boicottaggio colpiva una famiglia di lavoratori, e quella famiglia era- costretta a morire perché non poteva lavorare e vivere; venti anni fa i nostri lavoratori emigravano a torme dal Polesine, e andavano all'estero, poiché le vostre agrarie, arretrate in civiltà, in educazione e in produzione agricola, non li volevano imp.iegare; allora il boicottaggio era un'arma lecita~ poiché I.a libertà economica dello Stato consentiva al paB BibliotecaGino Bianco
drone di negare salario e lavoro al contadinò, ·m.a non vuor oggi consentire al contadino di negare le sue braccia al padrone! ( Applausi all'estrema sinistra). Le agrarie di Rovigo e di Ferrara si sono riunite nei passati ·giorni (sempre per dimostrare il fondamento economico e di classe, non la ritorsione e la violenza che è in queste agitazioni) per progettare come era pOS$ibile rontp·ere il patto e proclamare la serrata ·nel .Rodigino e nel Ferrarese: e a questo scopo dovrebbe servire anzitutt_o l'inti- · midazione fascista, e l'organizzazione degli episodi violenti! ,Oggi si rinnova, onorevoli colleghi, sotto altro aspetto, piu tangibile e in1mediato, la stessa lotta che ha fatto tre- ~ mare le nostre campagne venti anni fa. Allora quello che noi domandavamo, e eh~ ottenemmo, er.a il diritto potenziale di organizzazione. Anche allora, da parte capitalista si negava la facoltà del proletariato di organiizzarsi, e in un.a battaglia appoggiata dall'onorevole Giolitti forse per manovra politica (perché non ho mai supposto in lui direttive in materia sociale) .fu battezzato il diritto di libertà. 10ggi è la stessa battaglia: allora per il diritto potenziale, oggi per l'esercizio reale del diritto di organizzazione. E siccome l'esercizio reale dell'organizzazione offende, intacca i profitti capitalistici, ecco piu forte che mai l'insurrezione dell'agraria, ecco il movim~nto dei Fasci. \Lo Stato democratico, ha proclamato che dentro le sue leggi, dentro la sua struttura costituzionale, ogni progresso delle classi lavoratrici è possibile. Questo si ripete, mà sembra non essere piu vero. Poiché c'è qualc;uno che lo nega, c'è· l'agraria che lo nega; e :mi giova citare qui le precise parole del Giornale d'Italia: «·Nelle sfere ufficiali si è ancora alla concezione arcaica, ed insieme fra idèologica ed umani.- taria che dà .ai lavoratori il diritto di organizzazione e di sciopero». Questo è il punto, onorevoli colleghi. Non si combatte contro singoli episodi di violenza, non si reagisce contro l'atto di un mal pensante, di un delinquente, ma si vuole 9 a.Gino s·anco
agire sullo Stato perché sia negato il diritto di organizzazione e di sciopero ai lavoratori! Quando ]a libertà economica giovava alla classe borghese perché il proletariato non era organizzato, allora si esaltava la libertà, e si diceva che era la panacea di tutti i mali: oggi che il proletariato, per mezzo della libertà. e delle proprie forme di organizzazione, · intacca i profitti capitalistici, la libertà viene negata e viene proclamata la violenza contro di essa. ( Approvazioni a sinistra). Ed ecco con1e l'agraria, assai piu che l'industria (perché gli industriali si manifestano alguanto piu furbi ed intelligenti degli agrari), ecco perché l'agraria protegge il fascismo ecco perché il fascismo nasce e si sviluppa nella zona dove il capitalismo viene intaccato. Il capitalismo aggredito nella borsa, diventa una bestia feroce! Ma non solo le conquiste della libertà di organizzazione, ançhe le conquiste amministrative e politiche del proletariato si vorrebbero annientare. « A Ferrara, a iRovigo e a Bologna il proletariato rivolge le proprie forze non solo alla conquista economica, ma anche alla coniquista delle Amministrazioni, dei mandati politici, delle ,Opere Pie», dice Il Giornale d'Italia. Ecco un altro pericolo, ed un altro fondamento della jacquerie borghese di laggiu. ·Non si vuole che le Amministrazioni socialiste funzionino. Basta che accada· in una città il minimo fatto di violenza, anche ad opera di persone che non appartengono ad organizzazioni politiche, perché l'agraria e igli industriali insorgano a chiedere che le .Amministrazioni comunali si dimettano! Quelle tA.mministrazioni che due mesi fa hanno avuto sette od ottomila voti di maggioranza sopra il blocco avversario, si dovrebbero immediatamente dimettere in nome della democrazia, del diritto di maggioranza, e dei vostri principi costituzionali! Ma perché si odiano tanto le Amministrazioni comunali socialiste? Perché esse hanno anzitutto organizzati i consu10 . Biblioteca Gino Bianco
matori contro gli esercenti, e .gli intermediari borghesi che soe-culavano. Perché le Amministrazioni socialiste non somigliano per nulla alle Amministrazioni borghesi della fine della guerra e ai vostri commissari regi, onorevole C'orradini 1 , i quali saldavano indecentemente i bilanci· comunali con. debiti a carico dello !Stato, con la vostra autorizzazione. .Alla fine della guerra, quando tutta l'economia nazionale era sconvolta, e quando le entrate non coprivano piu le spese, alle vostre Amministrazioni moribonde deste la facoltà di far debiti, cosicché tutto il peso ricadde sulle nuove elette. Or devono le Amministrazioni socialiste provvedere a codesto sbilancio? E provvedono con tasse sui signori. .Ma costoro preferiscono di armare il fascismo, poiché pagare non vogliono! ( Applausi all' estr.ema sinistra, interruzioni, rumori al centro). •Avete ragione di protestare, voi popolari, che .vi opponete perifino al vostro •Governo quando emana gli ordini di disarmo; voi, cristiani, che dovreste presentare l'altra guancia, voi stessi sottoscrivete le mozioni contro il disarmo. Voi :vedete che in ,quelle regioni la rivoltella iè diventata il pane quotidiano, peflfino dei bambini; ma VQi insorgete contro il disarmo [...] .Potremo se mai, lagnarci noi del disarmo, perché sappiamo classisticamente che tutte le leggi sono applica.te dalla borghesia a suo favore; perché voi avete l'origano applicatore delle leggi nelle vostre mani; perché sappiamo che resteranno armati gli ufficiali e gli ex ufficiali, i quali pur formano il grosso delle bande fasciste; perché al contadino, tolta l'arma che possiede, non gliene rimane çtltra, mentre ciascun fascista o ag~ario -ha dietro di sé il rifornimento della forza pubblica e del Regio Esercito! Ma anziché noi, partito di rivoluzione, vi lagnate voi, partito di conser1 Camilla Corradini, deputato liberale-democratico dell'Aquila, Sottosegretario agli Interni con ,Giolitti dal giugno 1920 al luglio 1921. ll 'blioteca Gino Bianco
vazione e voi cristianissimi del centro. ( Interruziani. com- • ' I menti, rumori al centro). 10ra, le responsabilità non le assumete; ma consigljate o provocate i fatti che accadono; baPaese. (Rumori, interruzioni). 1La sorpresa, la non abitudine delle nostre masse a codesta lotta malvagia e barbarica della violenza episodica (rumori a destra) ha disorientato le nostre organizzazioni. .. Lo scompiglio di esse è proprio determinato dal fatto ohe ad esse manca l'abitudine della barbarie. ( Approvazioni qll' estrema sinistra, rumori). Ma se voi continuerete, non voi avrete la conservazione, non noi la rivoluzione, ma si -sarà, . purtroppo, creata la guerra civile, e la dissoluzione del Paese. ( Rumor.i, interruzioni). !E vengo alla seconda premessa del nostro sillogismo: l'azione del 1Governo. ·Il 1Governo presume di essere qualche cosa al di fuori e al disopra delle classi, tutelatore dell'ordine pubblico, ecc. INoi invece affermiamo, in precise parole, che il Governo dell'onorevole Giolitti e dell'onorevole Corradini è complice di tutti codesti fatti di violenza. ( Segn1i di diniego dell'onorevole ·Presidente del -Consiglio). Lollini. Non è reo confesso, ma è reo -convinto! Giolitti, Presidente del Consiglio dei 1lfiinistri, Ministro dell'Interno. 1Non lo crede neanche lei! (Si ride). Lollini. Non lo avrei detto se non lo credessi! Matteotti. !L'onorevole Giolitti l'altro giorno, alla presentazione della nostra mozione si è schermito, dicendo: « Qui non si tratta affatto di complicità del Governo. Si tratta che l'una e l'altra parte vuole asservirsi il Governo ». iN o, onorevole 1Gio\itti, in questo momento, l'abilità parlamentare è perfettamente inutile. C1 odesto vostro giuoco, in cui siete abilissimo e sperimentatissimo campione, non vale in questo momento. 12 BibliotecaGino Bianco
La questione· è molto piu semplice. 1 Noi non vi domandiamo nulla! Anzitutto non ci fideremmo di un servitore come voi che sarebbe sempre infedele. Non chiediamo nulla. È la falsità giornalistica che va dicendo che noi chiedi.amo . all'onorevole Giolitti la protezione. (Interruzioni, commenti a destra).. Noi desideriamo soltanto di sapere con precisione da voi che dite di essere il rappresentante della leg,ge uguale per tutti, il repressore di ogni violenza, se -veramente lo siete e se potete essE:rlo. 1Noivi dimostrian10 a fatti che tale non siete ·e non pòtete essere. IEcco i fatti. Quando un· atto di violenza è commesso dai lavoratori . rossi, la repressione è iII).mancabile. ,Per i faiti di Bologna e di Ferrqra sono centinaia e centinaia di leghisti e socialisti arrestati. Voci a sinistra. E' gli altri no? (Rumori all'estrema sinistra). Matteotti. Sempre l.a solita storia. Ma voi assumete la responsabilità del fascismo? Coda. Viva i •Fasci di Combattimento! (Vivaci apostrofi,. rumori all'estrema sinist·ra, commenti). Presidente. Onorevole Coda, non interrompa. Facciano silenzio, onorevoli colleghi. Matteotti. Finalmente abbiamo trovato uno che si dichiara responsabile delle bande armate, degli incendi, _dellè violenz.e. (Interruzioni a sinistra). Coda. Contro gli_assassini e i teppisti, si! ( Rumori vivissimi all'estrema sinistra, apostrofi del deputato Pagella). Presidente. Onorevoli colleghi non interrompano! • 13 iblioteca Gino Bianco
Matteotti. Siamo lietissimi ohe .finalme·nte si sia trovato qualcuno, che abbia il coraggio di rivendicare la responsabilità del fascismo, e speriamo altresi che i gruppi ai quali questi deputati appartengono, rivendicheranno anche la loro responsabilità collettiva con .gli atti del fascismo. (Vivi rumori, commenti al centro e a destra). Cappa. Contro gli assassini, sempre 1! (Vrivi rumori alla estrema sinistra). Presidente. 10norevole Cappa, la prego di non interrompere·. Matteotti. Ritorno al Governo. Vi sono a Bologna ed a Ferrara centinaia di arrestati, mandati di cattura, perquisizioni contro i nostri compagni. 1Si tenta perfino dalla vostra magistratura e polizia di risalire, attraverso l,e vie piu sottili e lontane di complicità, ,fino a responsabilità dirette inafferrabili, quando si tratta di violenze compiute da. lavoratori. Ma quando si tratta dei propositi pubblicamente manifestati da quella organizzazione ohe vuole le bande armate, che predica la giustizi.a privata, che affigge manifestini annunzianti la morte del tale e del tal'altro, che minaccia le rappresaglie contro la tale e la tale altra organizzazione; quando si tratta di tutto questo, ]a vostra autorità non esiste. ·Non si vede un solo atto in Bologna, dopo parecchi mesi da che queste violenze si esercitano, contro codesta organizzazione. E noi ve lo domandiamo, onorevole ,Giolitti; sappiamo chè voi dovete esserne il complice inevitabile. i8i arriva a fatti di questa specie: una ragazza porta un .garofano rosso; è privata violentemente del garofano; essa risponde con un doveroso schiaffo sulla guancia del fascista; la Questura si precipita ad arrestare la ragazza. ( Rumori, commenti). 1Ma se è minacciato o assalito quel miserabile essere che iè un deputato socialista, allora nessuno si muove. Grande scorta d'onore: l'onorevole -Corradini in queste cose ~ • 14 BibliotecaGino Bianco
✓ irreprensibile: trecento carabinieri! Trecento carabinieri, quando 'di là non ci sono che duecento .giovicelli fascisti, contro i quali basterebbero poche guardie di buona volontà ·per disperderli e metterli a posto. 1 Eppure in mezzo alla sua scorta d'onore il deputato socialista è percosso, bastonato; ma nesnessuno mai, onorevole C'Orradini! ·Giolitti, Pres.idente del ,Consiglio dei Ministri, Ministro dell'Interno. Ma ve ne sono rnolti in carcere! Matteotti .. Ma non per questo, mai! Quelli che entrano alla c·amera del Lavo~o di •Ferrara sono perquisiti; quelli che entrano alla sede del Fascio, mai! (Interruzioni). L'incendio della casa jn·onati e della Camera del Lavoro di Modena era stato preannunziato al vostro Prefetto di .Modena parecchie ore prima che si compisse; e fu compiuto, assistendo la forza pubblica! All'incendio della Camera del Lavoro di Bologna assistevano due tenenti colonnelli, cara• binieri e guardie, in numero eccedente di gran lunga quello degli assalitori, onorevole 1Giolitti! Ma non si muovono. [/ordine è di non muoversi [...] · Ora, badate! Il sillogismo si conclude. ,La classe ohe detiene· il privilegio politico, la classe che detiene il privilegio economico, la classe che ha con sé la magistratura, la polizia, il Governo, l'esercito, ritiene sia giunto il momento in cui essa, per difendere il suo privilegio, esce dalla legalHà e si arma contro il proletariato. Il Governo (come è dimostrato dai fatti accennati) e soprattutto le sue autorità assistono impassibili e complici allo scempio della legge. iLa giustizia privata funziona regolarmente, sostituendosi alla giustizia pubblica, ed è giustizia sommaria. Dopo mezz'ora d'un racconto magari inventato, si esercita la rappresaglia anche contro chi non è responsabile. È dunque una burla - pensano i lavoratori - lo Stato democratico che dovrebbe assidersi sulla definizione della leg- .15 ibl"oteca Gino Bianco
ge per tutti. ,Non ,è dunque vero quello che i democratici hanno detto, ohe cioè dentro la ,costituzione iè possibile qualunque sviluppo delle classi lavoratrici, qualunque sviluppo del proletariato! E i semi della violenza frutteranno; frut- ,, teranno largamente. Il lavoratore che ha vista incendiata la- Camera del Lavoro, cioè la casa che egli possiede in parte, che ha costruito in parte, pensate voi che possa, nella sua ignoranza e nella sua primitività, non coltivare un pensiero di vendetta verso la casa dei signqri che hanno ordinata freddamente la .distruzione della sua? Credete voi, onorevoli colleghi - e non vorrei che rispondeste coi soliti scherni, colle solite risa, ma consideras(e seriamente lo stato delle cose - credete veramente che codesto seme, diffuso largamente, non dovrà fruttare rappresaglie contro le bande, armate e lanciate· sulle vie d'Italia? Non pensate che questi lavoratori, che-si sono visti assaliti per le 'strade perché hanno un distintivo, perché appartengono alle iL.eghe, non coltiveranno un pensiero di vendetta contro il padrone che passa per la strada, che va alla sua casa, che ·circola per il paese? .Pensateci, onorevoli rappresentanti della borghesia capitalista! 1 Se l'agraria imperversa oggi perché è inverno,· perché avrebbe piacere della serrata, perché avrebbe piacere di non pagare piu i contadini; se gli industriali mec:fesimi pagherebber~ volentieri qualche cosa per liberarsi di una parte degli operai. in questo momento critico; pensate voi, ohe i _lavoratori piu umili e piu ignoranti e per questo piu rozzi, che sentono la conseguenza del sentimento represso, violato, pensate vot che non possano coltivare sentimenti di vendetta per il momento in cui ·1e messi biondeggeranno nei campi e il raccolto tornerà alle campagne? ( Applausi alla estrema sinistra) . . •Non pensate voi, onorevoli colleghi, non pensate voi classi dirigenti, parte piu intelligente della classe borghese. 16 Biblioteca Gino Bianco ..
che in quest@ n1omento la mina ,è posta, non alle organizzazioni dei lavoratori, ma alla produzione e alla stessa vita nazionale? Potete pens·are che l'organizzazione dei lavora- .tori che è un -fatto immanente, fuori dei nostri s~orzi, si possa distruggere cosi? 1Non avete pensato che tutta questa semente lanciata a piene mani dal fascismo, anche nelle provincie dove meno c·'è stato esempio di violenza, avrà inevitabilmente i suoi frutti? ;Noi abbiamo lasciato pochi· ,giorni 1fa quei paesi dopo aver riunite 1~ nostre organizzazioni, dopo essere andati anche di notte, per sottrarci alla vigilanza delle vostre spie, onorevole Corradini, in mezzo alle o·rganizzazioni. INoi abbiamo detto loro: state,,calmi; non rispondete alle violenze. Lo abbiamo ripetuto in tutti i toni. Ci siamo fatti offendere a sangue dai nostri lavoratori.' Abbiamo avuto accuse di viltà. · Accuse che ci hanno offesò piu che non quella della vostra stupida stampa. C'i hanno detto vigliacchi il giorno stesso in cui noi piu di tutti .avevamo sentito ribollire il nostro .animo contro la violenza avversaria. ,Ma nonostante tutto, abbiamo detto: non bisogna reagire. E ci siamo imposti, anche con la violenza ai nostri compagni. Abbiamo preso per le spalle qualcuno dei piu violenti e dei piu pronti alla rappresaglia e .abbiamo detto: se qualcuno di voi si abbandona alla rappresaglia, sarà allontanato dalle organizzazioni. ,Noi andremo a .Roma. Aspettate. C'olà dovrenio discutere civilmente di questo nostro stato di cose. Noi domanderemo in ,Parlamento conto di questi fatti, domanderemo se il capitalismo assuma la responsabilità del fascismo, domanderemo al •Governo se as~ume la responsabilità completa delle sue .autorità e dei suoi agenti. Ma se non ci si risponde•rà, se la risposta delle classi dirigenti sarà equivoca o insufficiente, o se, nonostante le parole di affidamento, continueranno i fatti, perché questa è la cosa piu prob~bile e ciò sta avvenendo da troppo tempo, allora, se continueranno i fatti, e se continuerà codesta vo17 'blioteca Gino Bianco
stra piccola controrivoluzione, che prepara la guerra civile, io vi dico: badate che l'esasperazione è al colmo, badate che anohe la nostra .autorità sulle masse ha dei limiti, al di là dei quali non può andare. 1N on domandiamo nulla, vi abbi.amo descritta la situazione quale è laggiu, quale abbiamo visto, quale sentiamo profondamente. Credetemi, onorevoli colleghi. Voi dite che amate la patria. iEfbbene pensate se, per la irraggiungibile chimera degli agrari, di distruggere le organizzazioni proletarie, voi non abbiate a lasci.are il Paese ·nella guerra civ.ile e nella miseria. Per conto nostro, mai co1ne in questo momento abbiamo sentito che difendiamo insieme la causa del socialismo, la causa del nostro Paese e quella della civiltà. (Vivi applaus'i all'estrema sinistra). 18 BibliotecaGino Bianco
La reazione fasci sta nel Polesine * • Prèsidente. L'ordine del giorno reca le interrogazioni. La prima è degli onorevoli Matteotti e ,Niccolai al Presidente del Consiglio dei Ministri, ,Ministro dell'Interno, e ai Ministri della Giustizia e degli Affari di Culto e della Guerra, I(< per sapere se il Governo conosca e possa riferire alla Camera i particolari degli ultimi fatti di Salara, Pettorazza, Pincara, Lendinara e Adria nel Polesine, dove bande armc;1te si presentano di notte alle case ·cteicontadini (operai, capilega, sindaci, presidenti di Deputazione provinciale) e li sequestrano o .li assassinano. ìSe per quei particolari, per gli accenni della stampa e dei manifesti, e di fronte al fatto che la provincia di -Rovigo ha sempre avute tradizioni e consuetudini pacifiche · nelle piu aspre lotte economiche, e al fatto che il patto agri- · colo è scaduto il 28 febbraio 1921, non risulti evidente l'interesse agrario che muove e organizza quei delitti, e quali siano i provvedimenti che il Governo e le autorità hanno dato o intendono dare per impedire che nella classe lavora-· tri~e si ingeneri definitivamente questo pensiero: che solo con una violenta reazione essa può difendere la sua vita e la sua organizzazione ». :Sullo stesso argomento ha presentato ui:ia interrogazione anche l'onorevole ·Merlin al .Presidente del c·onsiglio dei Mi- . . nistri, Ministro dell'Interno, << sulla .situazione della provincia di Rovigo». * Discorso pronunciato alla. Camera. dei Deputa.ti il 10 marzo 1921. Estratto da Atti parla111,entari. Camera dei Deputati. Legislatura XXV. Sessione 1919-!1. Discussioni. Tornata del 10 marzo 1921, pp. 8584-8599. 19 iblioteca Gino Bianco
1L'onorevole 1 8,ottosegretarìo di Stato per l'Interno _ha facoltà di rispondere a questa interrogazione. [ ... ] Matteotti. ,La mi.a interrogazione non aveva lo scopo di ottenere dichiarazioni piu o meno soddisfacenti. Anche se esse potessero essere qualche volta soddisfacenti, i fatti purtroppo non lo sono. Ma a me soprattutto importava che ,, oggi alla Camera fosse fatta l'esposizione degli avvenimenti perché ne sia in,for1nato il .Paese, il quale ne è tenuto costantemente all'oscuro dalla congiura del silenzio, che intorno .ad essi è stato mantenuto finora. :Prendo atto che dalle dichiarazioni stesse dell'onorevole Sottosegretario di 1Stato all'Interno risulta che questi fatti dipendono dalla lotta agraria, e quindi nulla hanno a che vedere con la libertà, col patriottismo o .altri simili cose; e che essi in gran parte sono provoca ti dalle spedizioni di bande armate su camions. ,Questi i due punti fondamentali dei quali prendo atto; perohé finalmente confermano quanto da tempo andiamo dicendo, senza ohe la stampa se ne faccia n1ai eco presso il :Paese. Ma nel ,Polesine la situazione offre .un esempio cosi tipico, che lo stesso 1Sottosegretario di Sitato agli Interni finalmente ha dovuto riconoscerlo. ,Siamo in una regione di tradizioni essenzialmente paclfiche. I giornali della provincia di Rovigo non hanno quasi · mai parlato. Forti lotte agrarie ed economiche si sono trascinate per mesi ed anni nel Polesine e nessuno ne ha parlato, perché non si sono verificati atti di violenza. Vi possono essere stati casi improvvisi di folle incoscienti, ma noi ci siamo messi sempre di mezzo con l'esempio e con la propaganda e anche ,gli avversari possono testimoniare questa nostra opera di educazione. :Perciò il Polesine non pareva dare col suo atteggiamento alcuna giustificazione alle incursioni e .agli ·atti, che ora vi si manifestano. Ma come si manifestano? Ecco quello che il Sottosegretario di Stato ha trascurato di dirci. Si manifestano nella for20 BibliotecaGino Bianco
ma piu orribile, che mai altrove si sia vista. IN el cuore della notte, mentre i galantuomini sono delle loro case a dormire, arrivano i camions di fascisti nei paeselli, nelle campagne, nelle frazioni composte di poche centinaia di abitanti; arrivano accompagnati naturalmente dai capi della agraria locale, sempre guidati da essi, poiché altrimenti non sarebbe possibile conoscere nell'oscurità in mezzo alla campagna sperduta la casetta del capolega o il piccolo miserello Ufficio di C'ollocamento. Si presentano davanti a una casetta e si sente l'ordine: circondate la casa. Sono venti, cento persone armate di fucili· e di rivoltelle. 1Si chiama il capolega e gli si intima di scendere. Se il capolega non discende gli si dice: 5e non scendi ti bruciamo la casa, tua moglie, i tuoi figliuoli. Il capolega discende, se apre la porta lo pigliano, lo legano, lo portano sul camion, .gli_fanno passare le torture piu inenarrabili, •fingendo di ammazzarlo, di annegarlo, poi lo abbandonano in mezzo alla campagna, nudo, legato ad un albero! !Se il capolega è un uomo di fegato e non apre e adopera le armi per la sua difesa, allora è l'assassinio immediato che si consuma ~el cuore della notte, cento contro uno. Questo è il si~tema nel Polesine. :A Salara (i (fatti sono consacrati tutti negli stessi rapporti dell'autorità), a !Salara un disgraziato operaio di notte sente bussare alla porta. « Chi è? », domanda. I(< Amici! ,,, gli si risponde. Apre e si accorge di aver davanti una banda di armati. 'Tenta di richiudere la porta; ma glielo impediscono con un piede, e attraverso la fessura venti colpi di fucile e di rivoltella lo distendono cadavere. A Pettorazza il capolega sente battere alla sua casa di notte, sempre di notte. Gli si dice che è la forza pubblica. Il disgraziato crede, apre. ll...-0 prendono, lo legano, lo bastonano, lo trascinano per tutta. la provincia di ,Padova, esponendolo al ludibrio di tutti, fino a che lo abbandonano in n1ezzo alla strada. Quel disgraziato ritorna a casa, denunzia 21 iblioteca Gino Bianco ·
il fatto, e il brigadiere dei carabinieri. lo arresta! (Com,- menti) . .Galeno. E il capo della spedizione vien fatto cavaliere su proposta del J\tlinistro dell'Agricoltura! Matteotti. A Pincara, piccolo paese in mezzo alla campagna, a mezzanotte arriva un camion davanti all'Ufficio di c·onocamen to, una miserabile bicocca, una stanzetta. Non c'è nessuno dentro, ma per assicurarsene meglio i fascisti sparano a mitraglia, di cui si riscontrano le traccie sul muro. Non c'è nessuno; allora fuori la benzina, e si brucia tutto. tPoi vanno alla casa c;iel1Sindaco, sempre dopo la mezzanotte, non lo trovano per puro caso. La moglie è all' ospedale, la figlioletta dice: 1 « Mio padre non c'è ». !Non ci credono, lo vanno ricercando nei piccoli ripostigli, non lo trovano. Ma intanto una vittima la vogliono, e vanno piu in là, nella campagna deserta, alla casa del capolega ohe dorme. Circondano la casa. Duecento colpi di moschetto e di revolver punteggiano i muri della casupola da ogni lato~ Il disgraziato scende e difende col petto l'ingresso della sua casa~ çinquanta colpi crivellano la porta ed egli è ucciso nella sua casa stessa. (Comrmenti), Quando il disgraziato difensore della casa iè caduto con due colpi dentro il petto, dietro la porta che difendeva, e la moglie lo sorregge fra 1~ braccia, entrano (io sono stato a vedere la casa e ne ho riportata un'impre~- sione tremenda), entrano dentro inveendo, s'assicurano ohe il morto sia vèramente morto e scuotono vioientemente U figlioletto, che colle sue grida denunziava sulla strada 11ella notte l'assassinio del padre. iEgli ne porta sulle braccia ancora il segno malvagio! (Commenti). Ad Adria, pochi giorni or sono, è avvei1uto un incidente fra un fascista ed un facchino. Il facchino ,fu ucciso dal fascista. Sarebbe dovuto bastare. ,Ma invece nella notte se- , guente arrivan9 ancora i camions, perché i fascisti non era22 Biblioteca Gino Bianco ..
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